mercoledì 25 aprile 2018

Racalmuto, al posto della fontana ci sarà una lapide. Incerti il tipo di pavimentazione e il colore. Per un gruppo di ingegneri e architetti l'acqua rappresentava un punto di forza

"L’acqua, già presente nella fontana di Piazza Crispi è un ulteriore punto di forza della nostra trasformazione" si legge in un sito online di ingegneri e architetti che hanno partecipato al concorso di idee per la riqualificazione di piazza Francesco Crispi di Racalmuto.  Dei professionisti qualificati vedevano nella fontana l'elemento fondante per la riqualificazione del centro storico. Ma ormai è acqua passata, la fontana è stata demolita, punto. Cosa nascerà?  "probabilmente - scrive l'ing. Angelo Cutaia - sarà pavimentata con mattonelle di diversi colori e, purtroppo, temo che il disegno del gradino della vecchia Piazzetta non sarà rispettato; per la frenesia dei tecnici moderni di introdurre novità. Risultato? una zona di sosta tipo stazione dei bus. Spero sbagliarmi, ma la semplice ed ordinata Piazzetta non la rivedremo più. Finalmente ci liberiamo da questa finta fontana barocca. La quale dovrebbe essere tolta soprattutto in quanto finta. Ovviamente non poteva stare in centro storico a Racalmuto, nel Corso. Mi chiedo se la Piazzetta tornerà ai fasti antichi, quando era il centro del paese o non sarà, ancora una volta, deturpata da innovazioni nella forma dei marciapiedi e nella pavimentazione". Quindi fuori la Fontana ma non sappiamo ancora la tipologia di pavimentazione. Ma perché non esporre il progetto, far conoscere alla città la piazza Crispi del futuro. Noi crediamo che "diventerà bellissima", ne siamo convinti, ma è giusto essere prudenti. Partecipare al realty della distruzione sinceramente non piace, anche i bambini passando chiedono ai loro genitori: "Perchè hanno demolito la Fontana?" Di certo sappiamo per aver letto un post di Giovanni Salvo, ex assessore del Comune di Racalmuto,  ci sarà una lapide con una frase estratta dal libro di Sciascia, dove si parla dell'antico luogo, appunto la piazzetta, in cui persisteva la gogna, lu cuddraru. 

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