venerdì 24 agosto 2012

“CU CONZA E CU SCONZA” SONO LA STESSA COSA?


Caro Sergio, 
quando tu, nel post del 21 agosto “Racalmuto, il paese delle cause perse”, generalizzi sulla politica, sui consiglieri, sugli assessori etc., di ieri, e li condanni senza appello e senza distinguo, fai un torto alla verità storica, a te stesso, agli altri insegnanti, al personale e naturalmente a tutti i ragazzi che oggi frequentano l’Istituto comprensivo “G. Macaluso” di Racalmuto. Ma un torto soprattutto al futuro di questo paese che viene ipotecato dall’equivalenza per cui “cu conza e cu sconza” sono la stessa cosa. 
Ma sono veramente la stessa cosa chi bene amministra e chi male amministra? chi sperpera e chi risparmia? 
Vorrei rivendicare una differenza nel modo di operare che va affermato e riconosciuto al di là della singola persona o del singolo fatto. Tuttavia non posso non partire dall’esperienza. Con due fatti. 
Il primo. 
L’ultimo giorno di agosto di ogni anno ci celebra a Mussomeli un raduno storico della nobiltà siciliana; ogni comune vi partecipa con stendardo e personaggi in costumi d’epoca. Ebbene, nel 2007 un assessore in rappresentanza ufficiale del comune e diversi ragazzi e genitori vi hanno partecipato a proprie spese e con i propri mezzi, l’anno precedente, con una diversa amministrazione, per lo stesso certamen il comune di Racalmuto ha deliberato una spesa di 800 euro in favore di una associazione polivalente privata il cui nome, se ho letto bene e ben ricordo, dovrebbe essere ben familiare ai racalmutesi.
Il secondo.
La scuola dove tu insegni e insegna tua moglie è oggi un Istituto comprensivo, con notevoli vantaggi per studenti, docenti e personale ATA; nel 2006 da semplice cittadino e con la sensibilità di insegnante ho visto una scuola media che sembrava abbandonata, il personale docente scoraggiato, perché aveva perduto l’indipendenza, financo il nome “Pietro D’Asaro”, e rappresentava una sezione staccata della scuola media di Castrofilippo “P. Balsamo”. Le professoresse Zagone e Tirone nonché il prof. Mannella con cui ho avuto modo di parlare invocavano una soluzione che nessuno aveva fin’allora dato né, a quanto pare, cercato.
E sai perché? Perché la vecchia politica aveva avallato questa situazione per non perdere la dirigenza di una delle scuole racalmutesi. 
Quando nel 2007 sono diventato assessore alla P.I., il primo pensiero è stato quello di porre rimedio ad una situazione di difficoltà pratiche per gli insegnanti che dovevano recarsi a Castrofilippo per partecipare ai collegi dei docenti e ai consigli d’istituto ma soprattutto per migliorare l’organizzazione didattico-educativa in termini di ampliamento dell’offerta formativa e della tenuta disciplinare. E’ incominciato così un iter che non ti dico. Qualcosa ne sanno la prof.ssa Mariella Tirone e il prof. Luigi Romano. 
Intanto, si scopre con vera sorpresa che al Provveditorato nessuno aveva posto il problema. Il Provveditore Nicolò Lombardo per fortuna si è dimostrato disponibilissimo.
E poi, oltre al Provveditorato, incontri, delibere delle amministrazioni comunali di Castrofilippo e Racalmuto, collegi dei docenti ad hoc delle scuole di Castrofilippo e Racalmuto, convocazione del consiglio provinciale, avallo dell’ufficio scolastico regionale. Insomma, finalmente si inaugura l’anno scolastico 2008-2009 come Istituto comprensivo “G. Macaluso” comprendente la scuola media “Pietro d’Asaro” e le scuole elementari e primarie del paese. Con tutti i vantaggi organizzativi, pratici, didattici, educativi e disciplinari che ne conseguono. 
E’ un bene, un male, avere fatto ciò? 
La scuola, si diceva una volta, forma il cittadino; altre definizioni e altre formule si sono venute sperimentando negli anni, è pur sempre vero che rappresenta un baluardo contro la barbarie e il vuoto di valori dilagante. Avere contribuito a rafforzare questo baluardo non mi pare una colpa da espiare con ingiuste e generiche accuse.
Piero Carbone

1 commento:

  1. Scusi tanto, prof. Carbone, ma se lei o qualcun altro avete ben operato, avete solo fatto il vostro dovere pur costituendo una eccezione alla regola della malaamministrazione. Nessuno vuole negarlo ma e' pur vero che bisognerebbe invertire le proporzioni tra regola ed eccezione, quindi, allo stato attuale, credo che purtroppo quella del prof. Scime' non sia una generalizzazione ma solo una fotografia della situazione reale degli ultimi, tanti, troppi anni.

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